Archivio Mensile

febbraio 2011

Dolci

Primo giorno di asilo: mi consolerò con un cake ai Baci Perugina……


Oggi primo giorno di asilo nido per mia figlia ed anche se oramai è bella che svezzata, cammina e mangia da sola, per una mamma resta pur sempre un distacco difficile da digerire e duro da accettare. La Nanetta, come succede spesso ai bambini, sembra non aver risentito di nulla….era lì che giocava con gli altri bimbi e di certo non le passavano per la testa tutte quelle problematiche relative alla separazione, al cordone ombelicale che si deve rescindere, ecc…ecc…ecc…mentre io pensavo che oramai la sua marcia verso l’indipendenza e l’autonomia è già incominciata…..ma che ci volete fare….i figli so’ piezz’ e core ed io riconosco di essere una “maman poule” (mamma chioccia ndr) nei suoi confronti. Allora per rimediare a questa improvvisa ed inconsolabile carenza affettiva ho pensato bene di buttarmi su di un dolce al cioccolato, poi mi sono detta che, accidentalmente, era anche San Valentino e che forse un dolce al Bacio Perugina avrebbe curato il mio animo provato senza tralasciare il mio fisico….eccovi dunque una ricettina da provare oggi, subito, right now, dans la foulée…..
Ingredienti
110 gr di burro a temperatura ambiente/morbido
una tavoletta di cioccolato ai Baci Perugina
1/2 bicchiere di latte
30 gr di nocciole sminuzzate grossolanamente
una decina di nocciole intere
100 gr di zucchero
3 uova
200 gr di farina
1/2 sacchetto di lievito


Spezzettate la tavoletta di cioccolato, mettete i pezzi in un pentolino con il latte e fate fondere, lasciate raffreddare. In una terrina, unite il burro e lo zucchero sino ad ottenere una sorta di crema. Incorporate il cioccolato fuso, poi le uova continuando a sbattere. Aggiungete la farina ed il lievito ed alla fine le nocciole sminuzzate. Versate il preparato in una forma per cake, guarnite con le nocciole intere e cuocete nel forno preriscaldato a 180° per 45 min.Togliete dalla forma e servite freddo…..Ah dimenticavo, Buon San Valentino a tutti, sempre che voi lo festeggiate….
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Marmellata di agrumi e zenzero candito


Lo confesso:  la ricetta di questa marmellata è tratta dal libro “Mes confitures” di Christine Ferber. Christine Ferber vive e lavora in Alsazia, è la fata turchina delle marmellate ed ha saputo conquistare con le sue marmellate e composte dagli abbinamenti originali, chef del calibro di Ducasse o della maison Troisgros. In Francia le sue marmellate sono conosciutissime, ma vi capiterà di trovarle anche sugli scaffali di negozi di prelibatezze in Germania, in Belgio ed ora anche in Giappone; in Italia, le ho trovate da Comptoir de France a Milano e a Roma.
A gennaio ho voluto provare il servizio Premium di Amazon, mi sono iscritta ed ho ordinato un pò di libri che mi sono stati puntualmente recapitati nel giro di 72 ore (wwwwoooooooowwww!), tra questi c’era quello di Christine Ferber e devo dire che mi si è aperto un mondo. Il libro è ripartito secondo l’alternarsi delle stagioni e per ogni stagioni le dolci prelibatezze proposte sono strabilianti, roba da far venire l’acquolina in bocca al solo leggerle…..Mi sono così cimentata in una ricetta tipicamente invernale che ha però nello zenzero quel tocco esotico che non guasta ed è buonissima insieme ad uno yogurt bianco cremoso. Un’ultima cosa: lo zenzero candito l’avevo già nella mia dispensa, ma voi lo trovate facilmente nei negozi di alimentari asiatici. Lo sapevate che lo zenzero è un efficace anti nausea? Io lo usavo sempre in gravidanza ed è forse per questo che ora mi è venuto un pò a noia…..


Ingredienti
800 gr di arance, 500 gr senza buccia
800 gr di pompelmi, 500 gr senza buccia
2 limoni bio non trattati
800 gr di zucchero
300 gr di zenzero candito

Sbucciate le arance ed i pompelmi, tagliateli a fettine e poi tagliate le fettine in 4. Tagliate i due limoni a fettine molto sottili. Tagliate lo zenzero candito a cubetti. In una pentola mettete la frutta, lo zenzero e lo zucchero, fate cuocere sino a quando il composto non comincia a bollire, a quel punto versate il composto in un’insalatiera, coprite bene con della carta forno e lasciate riposare in un luogo fresco (sul balcone va bene, purché faccia freddo) per una notte. L’indomani versate nuovamente il composto nella pentola e portate ad ebollizione continuando a mescolare delicatamente. Togliete la schiuma, lasciate cuocere a fuoco vivace per almeno altri 15 minuti. Verificate la texture, mettete la marmellata nei vasetti, chiudeteli bene e rovesciateli. Riponeteli in un luogo buio.
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No ai cibi solidi prima dei 4 mesi di vita!

Credits: Dreamstime
Un recente studio americano ha evidenziato che i bambini che cominciano ad essere nutriti con cibi solidi prima dei 4 mesi di vita, sarebbero più predisposti all’obesità poiché la transizione da un’alimentazione liquida ad una solida comporta un incremento artificiale delle calorie ingerite, in un’età in cui il bambino non è in grado di esprimersi sul suo effettivo fabbisogno di cibo. Sono stati analizzati 850 bambini di età compresa tra gli 0 ed i 3 anni di vita, è stato chiesto alle mamme che tipo di allattamento hanno privilegiato e a partire da quando hanno cominciato l’introduzione di cibi solidi, poi sono state analizzati il loro peso, la loro altezza e l’indice di massa corporea ed il risultato è stato sconcertante: un bambino su 4 nutrito con un’alimentazione solida prima dei 4 mesi è sicuramente predisposto all’obesità, mentre nei bimbi alimentati con latte sino ai 6 mesi di vita, solo uno su 20 presenta questa predisposizione. In America, come ovunque nel mondo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è impegnata a fondo per promuovere l’allattamento al seno (che è dimostrato sia  un efficace deterrente contro l’obesità), eppure proprio negli USA più della metà dei bambini allattati al seno smettono di esserlo prima del 4° mese di vita per passare direttamente ad un’alimentazione solida, ultra ricca in cereali e zuccheri. Nella prima colazione, ad esempio, l’aggiunta di cereali al latte aumenta in maniera artificiale il fabbisogno di calorie del bambino. E’ lo stesso principio che determina l’obesità negli adulti: si comincia a mangiare “un poco” di più “ogni giorno” sino ad accrescere sempre di più le quantità. Gli studi hanno inoltre confermato che se a 3 anni ci sono problemi di sovrappeso, saranno altissime le chance di essere sovrappeso per sempre.
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Crostata di ricotta per grandi e piccini



Sono quasi le 11 di mattina e l’ora del cappuccino è passata da un pò, però questa ricetta di crostata alla ricotta si può gustare in qualsiasi momento della giornata dalla prima colazione alla merenda pomeridiana: con il suo ripieno morbidoso di ricotta e la sua frolla homemade, è uno di quei dolci che mettono d’accordo grandi e piccini. Preciso che sono una consumatrice accanita della ricotta, quella di pecora naturalmente, e che da quando vivo a Milano mi sono anche convertita all’impiego della ricotta di mucca che riesco a trovare una volta alla settimana nella mia famosa cascina Papetti di Liscate che produce formaggi e stracchino a Km0. La ricotta, oltre ad essere digeribile, è indicata anche nelle diete, segno che, evidentemente, l’apporto calorico non è certo da paragonarsi a quello del gorgonzola; si presta inoltre ad essere abbinata a quasi tutti gli altri alimenti proprio per il suo sapore delicato e per la sua texture cremosa….e poi mescolata semplicemente con lo zucchero, le scagliette di cioccolato ed un goccio di maraschino, è un dessert semplice semplice ma sano.
Ingredienti Per la frolla250 gr di farina
125 gr di zucchero125 gr di burro morbido, a temperatura ambiente2 tuorliun pizzico di sale
un pizzico di lievito (5 gr non di più)1 cucchiaio di fiori d’arancio
Per la crema di ricotta400 gr di ricotta
70 gr di zucchero
2 tuorli
2 chiare
50 gr di pinoli
50 gr di uvetta
1 cucchiaino di cannella
1 goccio di limoncello


Lavorate il burro con lo zucchero sino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete i due rossi di uovo e poi la farina. In ultimo mettete il lievito ed il sale. Dell’impasto ottenuto, fatene una palla con le mani, avvolgetela nella pellicola di alluminio e mettetela in frigorifero a riposare per almeno un’ora. Tiratela fuori dal frigo, stendetela con le mani nella tortiera imburrata.


Mettete a bagno l’uvetta in acqua tiepida per 20 minuti, poi sgocciolatela e strizzatela. Passate al colino la ricotta affinché risulti senza grumi, più cremosa e poi lavoratela molto bene con lo zucchero, i due tuorli, i pinoli, l’uvetta, la cannella ed il limoncello. Montate a neve le due chiare ed unitele al composto di ricotta delicatamente, dal basso verso l’alto. Foderate lo stampo con questa crema, mettete nel forno caldo a 180° per mezz’ora circa. Volendo potete decorarla con lo zucchero a velo.
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Adiòs cucina molecolare…..

Credits: elBulliLa notizia della chiusura de elBulli, il ristorante 3stelleMichelin di Ferran Adrià sulla Costa Brava, era rimbalzata già un anno fa, nel gennaio 2010, ed aveva creato non poco scalpore perché non si capiva come un personaggio come Adrià, padre della cucina molecolare, a capo di un piccolo impero gastronomico, potesse pensare di chiudere la sua creatura di punto in bianco per due anni. Ad ottobre dello scorso anno, però, Telefonica, una delle società di telecomunicazioni più grandi al mondo, aveva annunciato « un’allenza » con Adrià per fare de elBulli un laboratorio creativo, ma i dettagli di questo, a dir poco singolare, accordo non erano stati svelati : si sapeva soltanto che Ferran Adrià sarebbe diventato una sorta di testimonial di Telefonica nel mondo, un pò come quelle attrici che prestano il loro volto a L’Oréal. E’ stato lo stesso Ferran, in occasione della manifestazione gastronomica più importante della Spagna, Madrid Fusion, a  spiegare ad una platea di giornalisti, addetti ai lavori o semplicemente appassionati che nel 2014, dalle ceneri del suo ristorante, nascerà la Fondazione elBulli. Allora la Fondazione non sarà un ristorante, quindi scartate a priori l’idea di poter prenotare un tavolo se mai ve ne fosse venuta la voglia; sorgerà dove attualmente si trova il parcheggio del ristorante, ospiterà l’immenso archivio fotografico e gastronomico de elBulli e sarà aperto al pubblico; ci sarà, inoltre, una sala cinema ed un laboratorio creativo in cui si alterneranno cuochi(of course ;-))), specialisti di internet e di comunicazione multimediale, scienziati….insomma si tratterà di una fondazione no profit, una sorta di Think Tank della creatività gastronomica ed il contatto quotidiano tra la fondazione ed il mondo esterno sarà assicurato proprio da Internet. Certo si prepareranno pure dei pasti sperimentali che potrebbero essere proposti ai visitatori per un periodo di tempo definito di volta in volta. L’ultimo aspetto della Fondazione- ha sottolineato Ferran Adrià- sarà l’impatto ambientale: lo stesso chef ha tenuto a precisare, infatti, che la forma dell’edificio ed i materiali impiegati per la costruzione e l’arredamento degli interni saranno eco-compatibili…….a questo punto penso che ci siano tutte le premesse perché Ferran Adrià faccia di questo nuovo progetto un ennesimo successo a livello mondiale.
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Riso

Risotto zucca e porcini con “lenzuolino” di lardo


Forse con questa ricetta a base di zucca e porcini sono un pò fuori tempo massimo perché sia la zucca che i porcini si trovano più facilmente in autunno ed all’inizio dell’inverno, mentre adesso le giornate si sono allungate, il sole è tornato a splendere e fa decisamente meno freddo, è solo che ho provato un paio di volte questo risotto che ci è piaciuto molto e mi sono detta che non potevo aspettare il prossimo inverno per proporvelo…..e poi la zucca la si trova ancora nei mercati, mentre i funghi che ho utilizzato sono congelati. Non so se capita anche a voi ma da qualche anno a questa parte non riesco più a trovare dei porcini freschi che emanino quell’odore inconfondibile e che sprigionino del sapore al momento della cottura: sarà perché la stragande maggioranza dei porcini in circolazione vengono dai paesi dell’Est e, mi spiace dirlo, non sanno di nulla, sarà che i porcini italiani stanno diventando merce rara quasi quanto i tartufi, ma sono stata costretta a comperarli surgelati e devo dire che non sono così male. Certo, cerco sempre di fare molta attenzione alla provenienza (ma quello lo faccio per qualsiasi alimento compro) prilegiando i prodotti italiani ed il risultato è decisamente passabile. Ecco quindi una ricettina easy easy da provare prima che finisca il freddo e le materie prime…..
Ingredienti (x 2 persone)
200 gr di riso Carnaroli
1 lt brodo vegetale
300 gr di zucca
200 gr di porcini
scalogno
1 spruzzata di vino bianco secco
4 fette di lardo di Colonnata/Arnad/ San Clemente tagliate abbastanza spesse
30 gr di parmigiano grattato
25 gr di burro
olio Evo
sale e pepe q.b.

Tagliate la zucca a cubetti di piccole dimensioni, fate la stessa cosa per i porcini, affettate lo scalogno. Mettete in una casseruola l’olio e poi lo scalogno, fate dorare lo scalogno, e poi aggiungete la zucca: lasciate cuocere 5-6 minuti e aggiungete i porcini continuando la cottura per altri 5 minuti circa. Versate il riso e lasciatelo tostare sfumandolo con un goccio di vino bianco secco. Quando vedete che il riso si comincia a seccare, cominciate ad aggiungere il brodo vegetale, mescolando di tanto in tanto. Mettete in una padella senza olio le fettine di lardo sino a quando non comincino a diventare croccanti. Ultimate la cottura del riso aggiungendo sempre il brodo. Quando il riso è cotto, spegnete e mantecate con il burro ed il parmigiano. Versate nel piatto e coprite il risotto con i lenzuolini di lardo, mangiate caldo caldo. Devo dire che il lardo con le sue spezie e con la sua sapidità aggiunge una nota insolita e “colorita” a questo risotto tipicamente invernale.
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Che mondo sarebbe senza Nutella?

Credits: FerreroTempi duri per la Ferrero negli USA: dapprima il caso del sequestro, qualche settimana fa, alla dogana di ovetti Kinder in possesso di una turista canadese e la relativa accusa di voler fare del contrabbando, visto che i celeberrimi ovetti sono assolutamente vietati sul suolo americano perché il giochino interno non sarebbe conforme agli standard sulla sicurezza…..e poi la notizia, di ieri, che una mamma californiana ha denunciato la Ferrero per pubblicità ingannevole sulla Nutella.La sopramenzionata mamma ha appreso “con estrema sorpresa” che la Nutella è piena di grassi saturi e di zucchero ed ha esposto regolare denuncia contro la Ferrero per la pubblicità ingannevole che mostra mamme e figli a tavola mentre si spalmano una bella fettona di pane e Nutella. La signora in questione, mamma di un bambino di 4 anni, pretende che la giustizia americana vieti alla Ferrero di presentare la Nutella come un alimento buono per la salute, nutriente, in grado di assicurare ai bambini una prima colazione equilibrata e saporita. La signora vorrebbe lanciare una denuncia collettiva a nome di tutti coloro che hanno acquistato e consumato la Nutella dal 2000 ad oggi; reclama, inoltre, la restituzione dei soldi spesi per l’acquisto della Nutella e la distruzione di tutti i barattoli di Nutella visto che contengono grassi e zuccheri in quantità superiore alle indicazioni stabilite dai nutrizionisti.Ferrero dal canto suo si difende assicurando di essere completamente in buona fede circa la qualità degli ingredienti utilizzati nella Nutella.  Ora io non voglio difendere la Nutella a tutti i costi, anche perché non sono cresciuta a pane e Nutella piuttosto a pane e marmellata o pane, burro e zucchero, però una considerazione mi nasce spontanea (per citare una famosa espressione…): ma con tutte le schifezze che si mangiano negli Stati Uniti, non sarà mica a causa della Nutella che un terzo dei bambini americani sono obesi!
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Pollo saltato alle verdure ed anarcardi e buon anno (cinese) a tutti!


E’ curioso come dall’inizio del mio blog a questa settimana, non avevo mai inserito proposte di carne e poi, nel giro di 3 giorni, eccomi con due ricette a base di carne entrambe “esotiche”: forse perché io, alla base, mangio pochissima carne e l’unico modo per mandarla giù è proprio cercare di camuffarla. Comunque la ricetta di oggi è un omaggio all’Oriente poiché inizia oggi, secondo il calendario astrologico cinese, l’anno del Coniglio che subentra a quello della Tigre. Secondo la tradizione, i nati nell’anno del coniglio sarebbero astuti, discreti, perspicaci e sensibili. E se siete nati nel 1939, 1951, 1963, 1975, 1987, 1999 siete sicuramente di questo segno.
Ho visto su internet che sono molti i coniglietti e le conigliette celebri a cominciare dai Brangelina (si, si tutti e due!), per continuare con Eva Longoria, Johnny Depp, Quentin Tarantino, Whitney Houston, e per concludere con i due inglesi David Beckham e Sting…ma bando alle ciance e eccovi la ricetta riveduta e corretta secondo i miei parametri e gusti italiani del pollo saltato alle verdure ed anarcardi.

Ingredienti per 4 persone
600 gr di petto di pollo tagliato a striscioline
4 cucchiai di olio di girasole
60 gr di anacardi
2 spicchi di aglio schiacciati
1 + 1/2 cucchiaio di zenzero fresco grattato
1 pezzettino di peperoncino rosso senza semi e tagliato a lamelle sottilissime (poco per carità altrimenti annienta tutti gli altri sapori)
1 carota tagliata a julienne
250 gr di funghi pleurotus (se li preferite potete usare i funghi shiitake)
1/2 cipolla
1/2 cucchiaino di pepe nero in grani
4 cucchiai di salsa di soia

Sminuzzate grossolanamente gli anacardi e metteteli in una padella con un goccio di olio per farli tostare qualche minuto. Versate l’olio nella padella, fatelo riscaldare e poi mettete i due spicchi di aglio schiacciati, lo zenzero fresco ed il peperoncino e fate andare a fuoco svelto per un minuto. Aggiungete le carote ed i funghi e lasciateli cuocere sino a quando non diventino teneri, in genere 5 minuti sono sufficienti. Incorporate il pollo, la cipolla tagliata, il pepe nero che avrete sminuzzato e la salsa di soia. Fate cuocere ancora 5-6 minuti e in ultimo aggiungete gli anacardi, continuate la cottura per qualche minuto ancora sino a quando il pollo non sia cotto completamente. Servite caldo accompagnato da una ciotola di riso bollito.
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Scusate la latitanza ma ero ad Identità Golose 2011, uno degli appuntamenti più importanti per la ristorazione e la gastronomia nel panorama italiano . E’ stata la mia prima volta ad IG e mi sono avvicinata a questo rendez vous con la curiosità e l’eccitazione che caratterizza i bambini quando fanno le cose per la prima volta. L’edizione di quest’anno aveva come tema Il lusso della semplicità e questo filo conduttore lo si è ritrovato in tutti gli interventi a cui ho assistito: da quello di Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena, due stelle Michelin, che partendo proprio dal concetto di semplicità e di ritorno alla tradizione ha realizzato un filmato tutto incentrato sulla conoscenza anche in materia di cibo che si tramanda di generazione in generazione…..oppure la semplicità dell’orticello campano di Gennaro Esposito, del ristorante Torre del Saracino– anche lui due stelle Michelin- o ancora l’intervento fuori programma di ieri pomeriggio di Aimo de Il luogo di Aimo e Nadia che ha ribadito, con la forza dei suoi 64 anni trascorsi dietro i fornelli, l’importanza dell’italianità e le meravigliose innovazioni che traggono spunto proprio dalla tradizione. Insomma nei due giorni passati ad IG, ho visto tante cose, assistito a molti interventi (non a tutti, sarebbe stato umanamente impossibile), assaggiato dei piatti deliziosi, imparato moltissimo e sono ritornata a casa con la mente, gli occhi ed il cuore carichi di momenti, frasi, espressioni indimenticabili.
E mentre rientravo ieri sera a casa, ho provato a fare una lista delle 5 cose che più mi sono piaciute:


1) Innanzitutto la Mielicromia……cos’è? Non si mangia ma si consulta. E si perché  Andrea Paternoster dei Mieli Thun ha presentato questo simpatico- come definirlo- libro, partendo dall’idea del pantonario: nella Mielicromia troverete il nome del fiore, il colore, il sapore e le sue sfumature, gli abbinamenti consigliati in cucina ed infine qualche curiosità…..insomma una guida completa all’utilizzo di questa meravigliosa materia prima nella cucina di tutti i giorni.  


2) Olio di pinoli di San Rossore di Pariani…..allora lo confesso, sino ad ora quando volevo comperare degli olii particolari che nn fossero il tradizionale olio d’oliva, andavo su qualche sito di e-commerce francese e facevo incetta. L’olio di pinoli di San Rossore è italiano al 100%, derivato da una prima spremitura a freddo ed assolutamente incredibil, e poi il mio viaggio negli olii è continuato con la degustazione di un olio di nocciole IGP del Piemonte che da veramente l’idea di avere in bocca le nocciole, dal gusto tondo e morbido.


3) Atsina Cress: e che è ’sta robba ? Si mangia ed è buonissima. Si tratta di un micro ortaggio dal netto sapore di anice e di liquirizia utilizzato in cucina per accompagnare gelati oppure stuzzichini.  E poi c’è l’Honny Cress dall’inconfondibile sapore di miele oppure il Rock Chives per gli amanti dell’aglio. Sono tutti micro ortaggi prodotti dalla Koppert Cress, peccato solo che non si trovano normalmente in commercio ma occorra ordinarli.


4) I piatti e le posate di IG….si perché quest’anno tutti gli accessori utilizzati per i servizi di catering erano ecologici , 100% biodegradabili, realizzati con materiali naturali o poveri come il bambou, la foglia di palma, l’amido dei cereali e del mais. Complimenti anche al pensiero ecologico!

5) Il datterino di Scicli, slurp slurp, dolcissimo, coloratissimo anche se non proprio a km 0, gustato con un semplice pesto di finocchietto selvatico.
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